venerdì 31 agosto 2007

Il rapporto con la modella

Lo spunto per questo post mi nasce da una mail ricevuta ieri da un fotografo in cui mi fa tanti complimenti per i miei lavori e soprattutto mi scrive che in ogni mio scatto si percepisce la tanquillità e la serenità con cui le modelle posano davanti a me.
Da qui l'idea di scrivere un post su questo aspetto del mio lavoro che non sempre è facile da ottenere.

Quando ho iniziato a fare questo lavoro ho dovuto imparare tutto da sola, e se per quanto riguarda la tecnica ci sono i libri, e internet che ti vengono in aiuto, un aspetto che purtroppo non si impara sui libri è proprio il rapporto con le modelle.

Questa è stata la parte più impegnativa da conquistare, più che altro per la naturale "diffidenza" provata davanti all'obbiettivo di una fotocamera. Non tutti reagiscono allo stesso modo davanti alla fotocamera, c'è chi si scioglie subito chi ci mette un po' più di tempo, ma un po' tutti i primi attimi lì davanti con le luci addosso si sentono spaesati.

La cosa che ritengo indispensabile è il dialogo con loro, ci parlo parecchio: nei primi contatti via email quando mi chiedono informazioni, cerco di dare il maggior numero di dettagli possibili su come si svolgerà lo shooting, in modo che quando vengono in studio hanno già un minimo di idea.

Una volta in studio cerco di conoscerle nei vari momenti liberi, come durante il trucco; ma anche durante gli scatti, qualunque ombra mi sembra di percepire, mi fermo, abbasso la macchina e chiedo se va tutto bene... alla fine ho capito che è il metodo migliore, loro capiscono che non sono lì per strappar via "l'anima dai loro corpi", ma che capisco le difficoltà e sono al loro fianco.

Le pose le studiamo insieme, se non riescono o sono bloccate spiego cosa vorrei, sia come emozione da trasmettere sia praticamente la figura da fare... Insomma, mi metto sul loro piano e loro si tranquillizzano, sanno di non essere abbandonate a loro stesse, nè che io sono lì a prenderle in giro o a giudicarle. Perché ho più volte notato che la paura più ricorrente è quella di sembrare delle stupide, a far mosse assurde... basta dir loro che devono prenderlo come un gioco con ironia e autoironia, e la maggior parte di loro si scioglie...